Venezia 73: si apre senza cena di gala ma con il musical La La Land
- Scritto da Leonardo Pasquinelli

Musical atipico per la voluta mancanza di coralità, poiché ruota intorno a due soli personaggi: Sebastian (Ryan Gosling), irrisolto e disoccupato pianista jazz, talebanamente sprezzante verso ogni altra forma di musica, e Mia (Emma Stone, che nel 1999 esordiva undicenne nel cinema proprio con un musical, “Il vento fra i salici”), aspirante attrice che scandisce le giornate fra infruttuosi provini e il bancone del bar dove lavora (quello dentro l'Actor's Studio, per l’appunto).
Prima parte desrittiva e spensierata, in cui i due si cercano per tutta Los Angeles dentro a piani sequenza svolazzanti che diventano arabeschi. Prima che allo spettatore sopraggiunga il mal di mare, Mia e Seb si attraggono definitivamente. Ma un legame fra personalità creative, per di più in aperta rampa di lancio, non può essere lineare. Ci provano, a progettare un abbozzo di nido. Riconoscono nell'altro i propri sogni, generati da una passione che entrambi riescono a vivere standone solo ai margini. Mettendo in file parallele i rispettivi tentativi di accedere a quei due universi, cinema e musica, che non cessano di respingerli. Il tutto dentro la perfetta cornice di una L.A. castrante ogni ambizione, rappresentata attraverso i suoi stereotipi fatti di code chilometriche sulle strade e parties a bordo piscina. Arriva il punto in cui appare chiara la necessità di una scelta, palesata nei quindici minuti finali: una sorta di “Sliding Doors” con divagazioni lynchiane, e un inevitabile appuntamento alla prossima.
Musiche a parte (ovviamente elemento portante dell’opera), salta agli occhi la curata e azzeccata scelta di costumi, i cui colori riflettono il susseguirsi degli stati d’animo nei vari passaggi del racconto. Film brillante ma non quanto vorrebbe, che alterna una certa freschezza dei dialoghi fra i protagonisti ad un plot a tratti scontato, che viaggia ad un numero di giri davvero troppo basso.
Ne viene fuori un musical gradevole, in cui ci si può divertire a vedere due star hollywodiane cimentarsi su terreni mai visti, ma che non regge le oltre due ore di proiezione. Sicuramente ambizioso, il limite di “La La Land” è proprio il puntare troppo in alto.
Venezia l’ha comunque salutato con applausi: se serve ad allentare il cielo pesante di questi giorni, ben venga.
dal 31 agosto al 10 settembre 2016
Lido
VENEZIA
73° Mostra del cinema
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